DON GIACOMO ALBERIONE [3]: la mano di Dio sopra di me
Conquistato da Cristo, don Alberione, nella grande avventura che gli si apre davanti, avverte però di essere solo uno “strumento” eletto da Dio per una missione. È consapevole che, nonostante la sua miseria, si sta compiendo la volontà del Signore: “La volontà del Signore si è compiuta nonostante la miseria di chi doveva esserne lo strumento”.
Gli inizi furono pieni di difficoltà e richiedevano una grandissima fiducia nel Signore. Scrive, nella Abundantes divitiae: “Quelli furono gli anni in cui solo la fede e l’amore a Dio sostennero quei primi figli di san Paolo”.
In una testimonianza resa in epoca di piena maturità, durante un mese di Esercizi Spirituali indetti per tutti quelli che avevano vissuto con lui la storia degli inizi, don Alberione sottolinea: “La mano di Dio sopra di me, dal 1900 al 1960. Sento la gravità, innanzi a Dio e agli uomini, della missione affidatami dal Signore… Comunque sia: don Alberione è lo strumento eletto da Dio per questa missione, per cui ha operato per Dio e secondo le ispirazioni e il volere di Dio” (Ut Perfectus sit Homo Dei, I, 374s).
Diceva: “Dio è stato l’artista che ha posato il Suo sguardo d’amore su di me e si è degnato di farmi suo strumento… come un piccolo pennello da quattro soldi, ignaro dell’opera da realizzare, ma intento solamente ad essere docile nelle mani dell’artista”.
* Un percorso attraverso i pannelli che raccontano la sua storia, presenti nel corridoio antistante la sottocripta della Basilica Regina degli Apostoli.