Una grande campana, denominata per questo “campanone”, è collocata sulla terrazza, nell’arco sovrastante la facciata nord della chiesa superiore. Benedetta il 30 giugno 1959 dal Card. Mimmi, è come un invito della Vergine a raccogliersi in preghiera, ma anche segno di unione fra i Paolini e la popolazione del quartiere.
La campana pesa 36 quintali, è alta m. 1,80 con uguale diametro e con nota LA bemolle grave. Il solo batacchio pesa 120 kg.
L’ampiezza del suono è determinata dall’ampiezza della tazza: più essa è ampia, più il suono è grave. Il suono è sempre vibrato, cioè ricco di armonici, come la nota di un violino. Il suono profondo ha il compito di richiamo, di invito a venire. È un suono che avvolge, che prende l’attenzione: sostituisce il suono della tromba. La nota grave è una nota profonda, che dà senso di stabilità, di fondamento, di profondità. Inoltre non si espande solo a livello orizzontale, ma anche verticalmente, legando cielo e terra.
La qualità del suono, tanto potente quanto limpido, è ottenuta attraverso calcoli estremamente precisi di peso, spessore, diametro e altezza della campana.
La grande opera è stata preparata nelle fonderie pontificie (è l’unica fonderia al mondo che può vantare il privilegio di questo titolo) della famiglia Marinelli di Agnone (Isernia), che per secoli ha fornito i bronzi alle migliori cattedrali del mondo, ed è considerata un capolavoro. Nella fonderia Marinelli, non si usano misure o criteri standard, ogni esemplare è un originale.
Sulla superficie esterna della campana vi sono bassorilievi e scritte diverse, che vogliono ricordare l’apostolato della comunicazione. Troviamo incisa l’immagine del Divin Maestro Via Verità e Vita, della Regina degli Apostoli, di San Paolo Apostolo, l’effigie di don Alberione, lo Stemma della Società San Paolo, e gli emblemi dell’apostolato paolino: un torchio tipografico (stampa), un proiettore cinematografico (cinema), un’antenna radio-tv (radio e televisione). Inoltre vi sono i nomi degli Istituti Paolini e delle nazioni in cui si trovavano in quella data le case paoline.
La creazione della campana è stata come un rito. La lega di bronzo – 78 parti di rame e 22 di stagno – è stata fusa in forni di mattoni refrattari, scaldati con ciocchi di rovere, come nel passato. Pochi secondi per la colata, cioè la fase in cui il bronzo esce dalla fornace a 1.150 gradi. È stato il momento più affascinante ed emozionante. Il crepitio delle fiamme, il fumo, il colore del bronzo incandescente, le invocazioni alla Madonna (la recita delle litanie) hanno fatto vivere delle sensazioni irripetibili e respirare un’atmosfera magica, religiosa.